Giovanni 19,30-35
Dialogo col soldato sotto la croce
Guarda l'ironia drammatica della tua lancia puntata verso quel costato.
O forse non ti basta quel che hai visto e udito?
«Ho sete!...
E' compiuto!...
Consegnò lo Spirito».
Non c'è più niente in quel corpo, non accanirti, è stato dato tutto.
Erano rimasti, alla fine, il vuoto bruciante della sete e l'impalpabile pienezza dello Spirito.
Ora neppure quelli. Ora è compiuto: tutto è stato consegnato.
Non hai compreso le parole del Crocifisso?
E' la fine, il fine è raggiunto. E' un uomo finito quello che vedi appeso ai chiodi. Finito perché definitivamente povero.
Il tuo colpo non lo finirà.
Lui è già finito avendo condotto a compimento il senso della sua esistenza nel dare ogni cosa.
Non gli è rimasto nulla perché ha voluto che niente di sè restasse senza essere sparso.
Quello era il suo fine, quella è stata la sua fine.
Perciò non c'è più tempo per Lui: non c'è altro da aggiungere per Uno che si è tolto tutto. Nè altre opere, né altre parole.
Allora affondala! Affondala di più quella lancia nel petto del Crocifisso.
Fruga nel cuore di quell'uomo come in quello di Dio, usala come uno scandaglio, misura la profondità di quell'amore e poi dì a tutti:
Bravo soldato, hai spremuto fino in fondo.
Hai toccato con mano un Dio che non teme di lasciarsi ferire, offendere, derubare e mutilare.
Hai provato la sua disponibilità a lasciarsi spaccare il cuore da te e da ogni altro uomo.
Guarda insieme a me di che qualità è l'amore di questo Dio mite e umile.
Leva gli occhi al Crocifisso svuotato di vita, di umanità, di divinità e innamorati con me.
Quello è il mio Dio. Ridotto a uno scarto, un resto inutile e di nessun valore.
E' anche il tuo e quello di ogni uomo per il quale Lui ha voluto svuotarsi.
Vedrai quel vuoto senza misura che hai toccato con mano e scavato in profondità, riempirsi di una vita senza limiti e senza confini.
Mentre riprende moda un certo cristianesimo consolatorio ed emotivo - ammesso che di questo si trattti - ci fa bene ricordare che la strada del Vangelo di Cristo porta sotto la Croce.
per farsi dono all'uomo e non si spaventa di chi arriva a frugargli nelle tasche.
e si riceve, allo stesso tempo, la chiamata a far di sè - a immagine del Maestro - un «vuoto a perdere», donando ogni cosa, fino alla fine.